Il TOSCANA PRIDE nasce dal coordinamento regionale delle associazioni e dai gruppi organizzati che
operano nello spazio LGBTIQA+ (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transessuali, Intersessuali, Queer, Asessuali), al fine di promuoverne la piena cittadinanza. Il nostro intento è quello di trasformare l’indignazione, la paura e la rabbia per i soprusi e le discriminazioni in PARTECIPAZIONE ATTIVA e COSTRUTTIVA.
Come soggetti presenti concretamente sui territori, direttamente impegnati a rispondere ai molteplici bisogni delle persone LGBTIQA+, uniti in un coordinamento per rafforzare la nostra voce, rivendichiamo il ruolo di soggetto politico nel dialogo con le istituzioni, in merito alle politiche che incidono sulle nostre vite.
TOSCANA PRIDE è un progetto regionale e per questo motivo itinerante, partito dal capoluogo (Firenze 2016) percorrerà la strada dei diritti toccando tutte le province e le differenti realtà geografiche della Toscana.
Il 27 maggio sarà Arezzo ad ospitare l'evento finale 2017. Una “piccola città dall'anima antica”, conosciuta non solo per il proprio patrimonio artistico-culturale, ma anche per la profonda tradizione rurale e artigianale in cui è immersa, che negli ultimi anni ha visto inasprirsi atteggiamenti di chiusura e divisione, talvolta sfociati in dimostrazioni di vera e propria intolleranza. Toscana Pride ad Arezzo per portare l'arcobaleno in una realtà ancora molto chiusa e conservatrice, per portare sorrisi e abbracci laddove c'è timore e diffidenza ad accogliere le differenze, per unire tutta la cittadinanza in una strada che include chiunque, per ribadire che si può e si deve essere ciò che si è, senza paura e con orgoglio, anche nelle cittadine di provincia, nelle campagne o in montagna.
Contesto 2017
In Italia da nemmeno un anno è entrata in vigore la legge sulle Unioni Civili e la giurisprudenza continua ad emettere sentenze in difesa del preminente interesse del/della minore, sottolineando, in maniera stridente, il colpevole vuoto lasciato dalla politica in materia di tutela dei diritti delle bambine e dei bambini nati all’interno di famiglie omogenitoriali. La piena uguaglianza e dignità alle coppie dello stesso sesso non è ancora stata riconosciuta.
Le iniziative di Enti Locali, Università e Istituti d'istruzione hanno prodotto piccoli grandi miglioramenti concreti e una parte dei media comincia, seppur lentamente, a diminuire la diffusione di un’immagine stereotipata dell’universo LGBTIQA+.
Rispetto però a questi primi positivi mutamenti, anche secondo il rapporto 2016 di ILGA l’Italia è il paese dell’Europa occidentale che meno tutela i diritti umani delle persone omosessuali, bisessuali e trans e in cui maggiori sono le discriminazioni.
Le iniziative di legge per il contrasto alla violenza omo-bi-transfobica sono bloccate e non prevedono nessuna efficace misura rispetto ai fenomeni del bullismo e dell'incitamento all'odio, in un contesto in cui quotidianamente assistiamo a fenomeni di propaganda violenta basata su menzogne e/o concetti privi di ogni base di realtà. Le spinte conservatrici in atto non riguardano solo l’Italia ma arrivano anche dal resto del mondo, dai movimenti nazional-populisti europei all’America di Trump, con il serio rischio che non vengano pienamente garantiti neppure diritti riconosciuti e dati per acquisiti, come l'interruzione volontaria della gravidanza, le pari opportunità di genere, la laicità dello stato e la democrazia.
«L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.» Art. 1 Costituzione Italiana
Facciamo nostra una concezione di lavoro non come fine, ma come strumento di indipendenza e autodeterminazione. Per questo promuoviamo ambienti lavorativi che siano rispettosi di tutte le soggettività e che garantiscano e tutelino i lavoratori e le lavoratrici attraverso equità di trattamento e di compenso. Per la realizzazione ci poniamo come soggetto interlocutore attivo dei sindacati.
Siamo convinte che discriminazioni e violenze omobitransfobiche e sessiste attecchiscano in una società frammentata e disinformata. Vogliamo quindi essere fonte di diffusione e promozione di una cultura inclusiva, che valorizzi le differenze di ogni soggettività. Intendiamo operare un cambiamento sociale che coinvolga in maniera orizzontale luoghi (scuole, università, piazze, ecc), istituti (forze dell’ordine, personale sanitario, insegnanti, ecc) e mezzi (letteratura, cinema, teatro, sport, ecc).
In un panorama globale nel quale le spinte conservatrici generano paura e intolleranza, riteniamo fondamentale che lo stato italiano rivendichi il suo ruolo di tutela legislativa, promulgando dispositivi di tutela e di repressione degli episodi di violenza (legge contro l’omobitrasfobia). Pensiamo inoltre che l’Italia debba farsi promotrice europea di buone prassi di accoglienza rendendosi luogo sicuro per tutte quelle cittadine e cittadini esteri che sono costretti a lasciare il proprio paese a causa di violenze e discriminazioni.
Crediamo nelle relazioni tra individui e promuoviamo tutte le forme di affettività e di relazioni solidali, indipendentemente da sesso biologico, identità di genere, orientamento sessuale o numero di partner coinvolti/e. Riteniamo sempre più necessaria una normativa che tuteli tutte le componenti dei gruppi famigliari (partner ed eventuali figli/e) rendendone possibile la formazione e il riconoscimento culturale e legislativo.
Puntiamo al benessere psico-fisico di ogni persona, rivendicando il diritto ad un’assistenza consapevole e specificatamente formata, in un contesto culturale che tenda alla depatologizzazione delle condizioni di transessualità e intersessualità, alla prevenzione da tutte le infezioni sessualmente trasmissibili ma anche all’eliminazione dello stigma verso le persone che vivono con HIV. Auspichiamo ad una collettività sierocoinvolta, ovvero informata, empatica e che non discrimini e stigmatizzi in base allo stato sierologico.
Rivendichiamo il diritto ad un’autodeterminazione completa e incondizionata dei nostri corpi. Vogliamo far parte di uno stato che si faccia garante di una libera scelta dei modi e delle forme con cui gestiamo i nostri corpi e le nostre relazioni fornendo strumenti informativi e di supporto che garantiscano la piena realizzazione di noi stesse/stessi. Promuoviamo una società che riconosca e dia cittadinanza a tutte le identità non cis-eteronormate e che non si definiscono in base a un’espressione binaria, alle istanze transgender, bi-, non gender conforming.