Mario Mieli, ovvero: Vaffanculo! Ebbene sì.

Sono passati 40 dalla morte di Mario/Maria Mieli, e ci sono ancora molti aspetti della sua persona, del suo pensiero, che sono tuttora poco noti o fraintesi. Autore/autrice di Elementi di critica omosessuale (1977), uno dei testi di studi di genere italiani più conosciuti e male interpretati. Performer, ma meglio sarebbe dire agit-prop teatrale, con spettacoli come La traviata norma ovvero vaffanculo… ebbene sì (1976), messo in scena dal Collettivo Nostra Signora dei Fiori. Attivista LGBT prima con il FUORI, poi con i Collettivi Omosessuali Milanesi. Potremmo andare avanti per ore nel descrivere chi fosse Mieli, e servirebbe a poco. La sua figura sfugge a bramosie di incasellamenti in una categoria specifica. Per questo sentiamo la necessità di parlarne, andando oltre quello che una voce enciclopedica possa dire. Lo faremo con due persone il cui approccio a Mieli è avvenuto su piani diversi:
@ – Maria De Capua – dottoranda presso il dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Siena. Si è occupata di narrativa italiana e inglese del Novecento. I suoi principali interessi di ricerca sono la letteratura italiana gay del secondo Novecento e il filone dei queer studies
@ – Irene Serini – dopo il diploma alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano, viene diretta da Luca Ronconi, Tonino Conte, Serena Sinigaglia, Gioele Dix e molti altri. È ideatrice, autrice e interprete di spettacoli che indagano su identità di genere e sessualità, tra questi: Moana – Porno Revolution, monologo comico che studia un certo modello di femminilità e Abracadabra – incantesimi di Mario Mieli, progetto composto da 5 studi teatrali ispirati al pensiero e alla vita di Mario Mieli, presentati anche in un libro edito da Asterisco Edizioni. È tra i fondatori di Z.I. A. – Zona Indipendente Artistica, spazio culturale con sede a Milano, che sostiene creatività e sperimentazione artistica in ogni sua forma.
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